Erano conosciute fin dall'antichità. A livello medico c'erano già state intuizioni sugli effetti "cronici" degli alimenti sull'organismo.
Già nell'antichità era chiaro che l'alimentazione potesse provocare diverse malattie. Ad esempio Ippocrate, il padre della medicina, aveva osservato che "alcuni individui non tollerano determinati cibi che altri utilizzano senza subire danno alcuno".
In pratica più di duemila anni fa i nostri antenati padroneggiavano completamente il concetto di intolleranza alimentare chiamato "veleno del cibo".
Ma c'è di più: gli antichi avevano anche chiaro come le intolleranze possono generare disturbi in tutti i distretti corporei e non solo nell'apparato digestivo. Era sempre Ippocrate che ammoniva in questo modo: "lascia che il cibo sia la tua medicina e che la tua medicina sia il cibo." La cosa sorprendente era come intuissero gli effetti di un cibo "inquinante" anche a livello cerebrale.
ALLERGIA O INTOLLERANZA? Chiariamo la differenza: distiguere è fondamentale
Spesso i concetti di allergia e intolleranza vengono erroneamente confusi o sovrapposti. Eppure si tratta di condizioni cliniche molto diverse, la cui differenza va ricercata nel coinvolgimento o meno del sistema immunitario.
L'allergia alimentare infatti è una forma specifica di intolleranza ad alcuni alimenti che attiva il sistema immunitario, producendo anticorpi capaci di causare numerosi sintomi come prurito, tosse e affanno. L'intolleranza alimentare, invece, indica l'ipersensibilità verso un determinato alimento, ipersensibilità che coinvolge il metabolismo ma non il sistema immunitario.
Per questo motivo in medicina l'allergia è considerata una patologia, mentre l'intolleranza una semplice condizione clinica che può danneggiare l'organismo solo se trascurata.
LE DOMANE FREQUENTI
- Cosa sono le intolleranze alimentari?
Le intolleranze alimentari sono reazioni del corpo dovute all'assunzione di alcuni cibi verso i quali si è sviluppata una certa ipersensibilità per un tempo più o meno prolungato. Le intolleranze alimentari più frequenti sono quelle scatenate dai cibi di consumo comune, spesso dovute a consumo eccessivo di un cibo già "a rischio" per un lunghissimo periodo. I sintomi di questo disturbo si manifestano poco tempo dopo aver mangiato, di solito in rapporto alla quantità del'alimento che viene progressivamente assunta. - Si tratta di un disturbo grave? Deve essere curato a livello medico?
Le intolleranze non costituiscono una patologia grave. Spesso, infatti, le persone possono convivere a lungo con questo disturbo, senza riuscire ad individuare la reale causa dei sintomi avvertiti. Inoltre è possibile eliminare in poco tempo le intolleranze e i relativi sintomi. Tuttavia se vengono trascurate per troppo tempo possono influire negativamente sulla salute generale dell'organismo, appesantendolo cronicamente e silenziosamente (anche a livello mentale). - Quali sono le possibili complicazioni di un'intolleranza alimentare?
Le intolleranze possono causare numerosi disturbi concentrati in diverse zone del corpo. Contrariamente a quanto si può pensare, infatti, questo disturbo non scatena solo sintomi di natura digestiva, ma ad ampio spettro (e non sempre con sintomi da affezione specifica). Le intolleranze rappresentano un rischio per la salute poichè la loro azione "prepara il terreno" al potenziale insorgere di altre patologie, dato che indeboliscono l'organismo e lo rendono più "esposto".
I DUE GRANDI SEGNALI
- Cefalea improvvisa
Il mal di testa compare subito dopo aver consumato un pranzo o uno spuntino? In tal caso è probabile che la responsabilità sia proprio del cibo ingerito. Questo mal di testa "alimentare" non è particolarmente grave e non necessita di cure urgenti, tuttavia si tratta di un disturbo fastidioso. Di solito il dolore che caratterizza questa forma di emicrania è esteso a tutto il capo, tipo cefalea tensiva, o solo a metà, tipo emicrania. Per prevenirlo è necessario identificare l'alimento scatenante ed eliminarlo dalla dieta. - Il cervello "rallenta"
Spesso le intolleranze alimentari scatenano sintomi di natura psicologica, come irritabilità, depressione, astenia, sbalzi d'umore, calo delle prestazioni intellettuali (meno concentrazione e lucidità) e insonnia. Ciò non deve stupirci, poichè il funzionamento dell'apparato digestivo è strettamente legato a quello del sistema nervoso. L'intestino, infatti, è connesso direttamente alla rete nervosa ed è in grado di produrre recettori per i principali neurotrasmettitori. Le reazioni intestinali provocate dalle intolleranze, quindi, possono avere un influenza negativa sul sistema nervoso.
(tratto da: Riza MenteCorpo n. 59 -2012)