In molti casi lo stato depressivo è come un bozzolo in cui ci rifugiamo, per elaborare un trauma o superare certe difficoltà interiori. Non va aggredito con i farmaci, ma accompagnato verso il suo esito naturale: una vera rinascita.
"Liberarmi dal male oscuro": è questa la richiesta di chi è depresso. Mandare via la depressione: cosa c'è di più naturale?
Eppure ci sono casi in cui, nonostante cure accanite, la depressione non se ne vuole andare e casi, in apparenza paradossali, in cui se ne va ma al suo posto esplode un disturbo da attacchi di panico o qualche altra forma acuta di disagio psichico.
Sono situazioni che mettono in luce un aspetto della depressione spesso non considerato: quello protettivo. Può sembrare un'assurdità vsto che essere depressi è una delle esperienze più penose che si possono fare, ma non di rado la depressione ha valenze protettive.
Uno scudo anti-trauma. Può averle all'inizio, quando insorge, cioè viene proprio per farci da scudo verso qualcosa che non vogliamo vivere. Oppure può averle "durante", nel suo decorso, per impedirci di ripartire quando non è ancora il momento, ad esempio perchè si è ancora troppo traumatizzati, perchè non si sono ancora elaborate certe cose, perchè la realtà eterna non è ancora cambiata in modo favorevole. A volte sembra quasi che, attraverso di essa, il nostro cervello manifesti quella saggezza che la nostra coscienza non riesce a tirar fuori, cioè sembra sapere che non è ancora il momento di tornare a vivere pienamente.
Ciò significa che si debba trascurare una crisi depressiva senza cure di alcun tipo (cosa che potrebbe creare guai ancora più seri). Al contrario, considerare il suo possibile aspetto protettivo è uno strumento in più per perfezionare i modi e i tempi degli interventi terapeutici.
Un bozzolo per evolvere. E' possibile comprendere meglio le reazioni alle terapie ed evitare forzature e conseguenti frustrazini che potrebbero peggiorare le cose. Se molte depressioni, come Riza da sempre sostiene, vengono per farci rinascere, vuol dire che esse prevedono anche una fase di gestazione, in cui il nostro Io è protetto all'interno di un bozzolo, seppur carico di sofferenza. Rispettarne i tempi e, laddove possibile, coglierne il senso, sono tra i principali segreti della guarigione.
LA GUIDA PRATICA
Una fase depressiva spesso arriva per farci maturare
- Non forzare i tempi.
Non trascurare una depressione significa anche non forzarne i tempi di guarigione. Anche perchè una forzatura potrebber addirittura prolungarne l'intensità e la durata. Non puntiamo a ottenere la guarigione magica, istantanea, perchè di solito è fala. Lasciamo che la depressione guidi la terapia, e non il contrario. Ovviamente sotto controllo dello specialista. - Cogli la "porta di uscita".
Non tutti i momenti sono validi per guarire o per fare cambiamenti. Ogni tanto si aprono delle piccole porte, cioè occasioni in cui la psiche è disponibile a fare il passo. Bisogna essere pronti a individuarle e ad agire. Nel frattempo ci si può preparare acquisendo consapevolezza, senza forzare una guarigione che sarebbe ancora innaturale. - Individua cosa ti blocca.
Se una depressione perdura nonostante le cure, non è detto che sia da considerarsi grave e che ci si debba accanire con psicofarmaci o altre mille terapie. Forse perdura perchè c'è qualcosa che va cambiato in modo radicale. Forse la persona non vuole tornare nella solita routine. Dietro un blocco forte c'è sempre un motivo, va scoperto.
(tratto da Riza psicosomatica n. 371 2012)