La maggioranza delle separazioni avviene ormai su iniziativa femminile. Le donne non accettano più situazioni insoddisfacenti o deludenti: aprono la crisi e, se necessario, se ne vanno. Un cambio di ruolo importante. L'uomo però è spesso spiazzato e reagisce male.
Su dieci separazioni, nell'Italia di oggi, sette sono volute dalla moglie. E' un dato che segna una svolta epocale non solo per ciò che riguarda la vita di coppia, ma per l'immagine e il ruolo della donna in generale.
Un tempo - e ancora oggi in molte parti del mondo - la donna era vessata e umiliata dal marito, costretta a matrimoni decisi dalle famiglie di origine. Era il simbolo del sacrificio, della rinuncia e della sopportazione. Oggi, grazie alle conquiste che ha ottenuto, è avviata a diventare il simbolo della libertà di scelta e delle qualità della vita sentimentale.
Non è un caso che, anche considerando le sole "crisi di coppia", in quattro casi su cinque sia la donna ad aprirle, nonchè a tentare di risolverle. Un fenomeno significativo, che esprime la notevole capacità di guardarsi dentro, la voglia di affrontare i problemi e il sano desiderio di una relazione autentica. E, l'uomo, in tutto questo dov'è? Bè, non si tratta certo di fare a gara fra chi lascia di più, ma il suo essere in netta minoranza in questi dati rivela una carenza importante.
INIZIATIVA FEMMINILE
La scena più frequente, nelle crisi di coppia attuali è la seguente. La donna dà segni di scontentezza e di inquietudine circa la salute di coppia. Il partner non se ne accorge (o finge di non accorgersene). Lei cerca di confrontarsi con lui, esprimendo il suo disagio.
Lui tratta questo disagio come una sciocchezza, una paturnia, sostenendo che non c'è nessun problema o che al limite, se c'è, è un problema soltanto suo. Lei cerca di resistere, poi ripropone con più forza il problema, che però viene ancora negato, fino a quando decide di lasciare il partner. Il quale, incredibilmente non se l'aspettava! Viene colto letteralmente di sorpresa.
Un partner che non capisce i motivi, non li vede e quindi spesso non riesce ad accettare la separazione, fa il deluso e colpevolizza.
PIGRIZIA MASCHILE
Sarebbe ora che l'uomo abbandonasse quella pigrizia mentale che, nella vita sentimentale, è da sempre una sua caratteristica e che oggi, con una donna così sveglia, risulta ancora più inadeguata. Non stiamo dicendo che l'uomo non soffra. Anzi, anch'egli vive un intenso malessere all'interno della coppia. Ma è il modo di affrontarlo che spesso non è all'altezza dei tempi.
Ad esempio, se da un lato, di fronte a una crisi, la donna cerca di darsi da fare, ad esempio intraprende una psicoterapia individuale o chiede al partner (che spesso gliela nega) una terapia di coppia, oppure cerca di parlarne di più, di fare cose concrete per approdare a una conclusione nitida per riprendere a vivere, dall'altro lato molti uomini privilegiano una strategia difensiva: negano o banalizzano il problema, propongono viaggi esotici e attività di svago, aspettano che la crisi passi da sola, come per magia. In pratica la donna tende ad affrontare e risolvere, l'uomo tende a compensare e coprire.
LE PAURE DELL'UOMO
Di che cosa ha paura l'uomo? A volte di rimetterci qualcosa, di restare solo, di mettere in gioco le sue emozioni. Più spesso è solo inerzia. Ma forse, più di tutto, ha ancora un pregiudizio - retaggio di una cultura patriarcale - su tutto ciò che riguarda la sfera sentimentale: lo psichico, il profondo, che per la donna sono da sempre delle realtà molto concrete, per l'uomo sono spesso un territorio ignoto, che vive con fastidio o addirittura teme come oscuri e pericolosi. Eppure l'emancipazione dell'uomo passa proprio da una sua maggiore volontà di comprendere queste dimensioni, che in coppia giocano un ruolo fondamentale.
Anche perchè la donna, che è così brava a dare il via alla rivoluzione, ha il problema opposto: quello di modulare la propria naturale spinta all'assoluto, di impedire all'emotività di fare scelte troppo radicali rispetto al necessario. E, per farlo, avrebbe bisogno di un compagno all'altezza, capace di dare equilibrio alla forza prorompente della natura femminile, soprattutto nelle sue fasi di scoperta e cambiamento.
(tratto da: Riza psicosomatica n.375 2012)