Telefonate, mail e sms spesso vengono fraintesi o hanno un'efficacia ridotta. La ragione? Non si può gesticolare
Basta osservare da lontano una coppia che gesticola con l'espressione irata o qualcuno che guarda assorto l'orizzonte con le braccia strette al petto per intuire che i primi stanno litigando, mentre il secondo è pensieroso o triste.
Spesso, cioè, capiamo ciò che le persone provano senza sentire le loro parole: è la comunicazione non verbale che ci mette in relazione con gli altri e ci permette di leggere ed esprimere pensieri ed emozioni.
Secondo Paul Watzlawick, psicologo e filosofo austriaco, è impossibile non comunicare. Così, mordersi le labbra, toccarsi i capelli, spostare il peso da un piede a un altro e perfino stare fermi senza muovere un muscolo, sono azioni che manifestano agli altri i vari stati d'animo più delle parole.
Bugie nel volto. Secondo gli psicologi, infatti, il linguaggio del corpo fornisce ben il 93% delle informazioni che comunichiamo e solo il 7% viene veicolato dalle parole. "In generale facciamo molto più affidamento su quello che ci vien detto rispetto a ciò che ci viene trasmesso con la comunicazione non verbale" racconta Mauro Cozzolino, docente di Psicologia generale all'Università di Salerno. "Ma la maggior parte delle informazioni utili alle relazioni interpersonali passa attraverso il linguaggio del corpo. Capita spesso, infatti, che durante una telefonata (situazione nella quale la comunicazione non verbale è quasi esclusa), non ci si capisca al meglio. Per non parlare di mail e sms, che hanno spesso un'efficacia comunicativa davvero ridotta".
Osservare il viso, le espressioni, le mani che si muovono e lo sguardo dell'interlocutore è infatti molto più chiarificatore di mille parole. Anche perchè il corpo non mente, quasi mai. "Le aree cerebrali preposte ai movimenti sono molto più antiche di quelle che dirigono il linguaggio" continua il docente. "E questo rende i gesti e le posture più sincere e meno manipolabili delle parole. Ci vuole invece un occhio attento, soprattutto osservando le espressioni facciali, per cogliere le discrepanze tra pensieri e parole". E' infatti il viso a "tenere meglio" una menzogna: chi non ha mai dovuto stamparsi in faccia un sorriso forzato (quello in cui solo la bocca si piega, lasciando il resto immobile) in qualche situazione?
Il tocco dello sguardo. Il primo ad analizzare i marcatori della menzogna nelle espressioni facciali è stato Paul Ekman, uno psicologo statunitense. Ai suoi studi si è ispirata perfino la fortunata serie televisiva Lie to me, nella quale i criminali vengono smascherati da esperti di espressioni facciali bugiarde. Ekman ha anche evidenziato che le emozioni di base trasmesse dal viso, come la rabbia, la paura, la gioia, la sorpresa, sono universali e tutti possiamo capirle.
"Ogni componente della comunicazione non verbale è importante per "dialogare" con gli altri" aggiunge Cozzolino. "Per dimostrarlo, basta un semplice esperimento: provare a spiegare qualcosa con le mani legate dietro la schiena". Inoltre, è molto difficile chiacchierare con disinvoltura con qualcuno che porta gli occhiali da sole. Il contatto visivo è infatti uno degli attivatori emozionali più efficaci nella comunicazione interpersonale. Gli scienziati hanno rilevato che quando gli sguardi si incontrano è come se ci si toccasse, tanto che aumentano la sudorazione e il battito cardiaco.
Secondo teorie ormai divenute classiche, anche se contestate, sono le donne a essere più brave nel decifrare e nel cogliere i messaggi inviati attraverso la comunicazione non verbale, gestita per lo più da aree presenti nell'emisfero destro. "Il corpo calloso delle donne, il ponte che collega i due emisferi, è più ricco di connessioni e ciò aumenta la comunicazione tra le due zone" spiega il docente.
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(tratto da Extra - Ottobre 2011)
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