L'ipertensione si verifica quando i valori di presione all'interno delle arterie (massima, minima, entrambe) si mantengono sempre al di sopra di quelli normali, anche in presenza di oscillazioni durante la giornata. In generale si parla di ipertensione quando i valori superano 140/90 mmHg (140 cosiddetta "alta", 90 "bassa"). I soggetti diabetici o con insufficienza renale, invece, vengono considerati ipertesi per valori superiori a 130/85 mmHg.
Esistono due tipi di ipertensione: quella detta "secondaria", causata da malattie della tiroide, del surrene, del rene, da assunzione di contraccettivi orali ad alto contenuto di estrogeni, dalla sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, da malattie del sangue. Quando queste cause vengono eliminate, la pressione ritorna nella norma. Più comune (90% dei casi) è, invece, l'ipertensione cosiddetta "primitiva o essenziale", determinata dall'interazione fra la predisposizione genetica e alcuni fattori ambientali, come il sale da cucina, il caffè, l'abuso di alcolici, le diete povere in potassio e calcio, lo stress, il fumo, la sedentarietà, l'obesità e l'invecchiamento. Anche l'assunzione di liquirizia e farmaci da banco (antinfiammatori, farmaci per la cura di raffreddore e sinusite, farmaci per il dimagrimento) può contribuire, a lungo, ad aumentare la pressione.
I TRUCCHI IN TAVOLA
Meno cracker, insaccati e patatine fritte.
E' fondamentale costruirsi una cultura della moderazione. Non basta, cioè, dirsi "da domani smetto di aggiungere sale ai miei piatti", se poi si continua imperterriti ad abbuffarsi di pane e prodotti da forno. E ancora: che senso ha spedire in soffitta la saliera se poi si condiscono le portate con dadi da brodo, ketchup, senape o salsa di soia?
E' auspicabile moderare l'impiego anche di questi condimenti. Stesso discorso per insaccati, formaggi e patatine fritte.
Occhio ai cibi pronti
Assai più subdole sono le cosiddette fonti nascoste: tra le tante, anche i cibi in scatola, i piatti pronti surgelati o in busta, i sottaceti, le olive da tavola. Non serve certo arrivare a bandire questi alimenti. Però è importante controllare le etichette: gli ingredienti presenti in quantità superiori sono menzionati per primi. E, comunque, la quantità di sodio contenuta viene sempre evidenziata. Occorre stare al di sotto dei 5 grammi di sale da cucina al giorno. Questa dose è un buon compromesso tra soddisfacimento del gusto e prevenzione dei rischi.
Gradualità
Il trucco sta nel far si che la diminuzione di sale dalla tavola avvenga gradualmente. Il nostro palato si adatta facilemente. E allora sarà senz'altro possibile rieducarlo a gustare cibi meno salati. Nel giro di qualche mese gli alimenti conditi alla maniera precedente a un certo punto sembreranno eccessivamente salati.
Tante spezie, aceto e limone
Sfruttate, poi. senza limiti, le erbe aromatiche, come basilico, prezzemolo, rosmarino, salvia, origano, maggiorana, timo, e le spezie quali pepe, peperoncino, noce moscata, zafferano, curry. Ottimi anche il succo di limone e l'aceto, perchè esaltano i sapori.
DULCIS IN FUNDO
Un cioccolatino al giorno
Chi soffre di ipertensione adesso ha una buona scusa per consumare una piccola quantità di cioccolato fondente (con un contenuto minimo di cacao del 75%) anche tutti i giorni. Il merito è dei flavonoidi del cacao, simili a quelli presenti anche nel vino rosso e nel tè, in grado di ridurre di qualche millimetro di mercurio la pressione arteriosa. Questo effetto blandamente ipotensivante è osservabile sia in chi soffre di ipertensione, sia in chi presenta valori di pressione nella norma. Non finisce qui: l'assunzione dei flavonoidi del cacao è in grado di influenzare positivamente anche il metabolismo glicidico (miglioramento della sensibilità insulinica) e lipidico, con riduzione del colesterolo "cattivo". In sostanza un vero toccasana per le nostre arterie!
(Tratto da Più sani e più Belli - Novembre 2011)